Eventi: online, ibridi o no?

Il gusto del “teletrasporto”

Già, ora siamo tutti esperti di eventi on line in tutte le forme. Il green back ci permette di “tele trasportarci” in ambienti oltre l’immaginario dove grazie alla grafica più o meno 3D siamo immersi in qualsiasi ambito/ambiente ci possa venire in mente.

La pandemia ha proiettato l’Italia avanti, ora usiamo questi mezzi, per nulla innovativi, per qualsiasi attività in cui sentiamo la necessità di coinvolgere il nostro pubblico, quello che ci seguiva dal vivo… e abbiamo scoperto che possiamo allargare la platea quanto vogliamo, non abbiamo limiti di capienza della Location, non dobbiamo aggiornare il catering in continuo per i cambi di numeriche dei partecipanti, le hostess possono serenamente organizzarci la segreteria dell’evento senza preoccuparci della divisa e del loro aspetto.

Pensate che io sia contraria a questo tipo di “evento”?

Mi spiace deludervi ma non è così.

Semplicemente ritengo, che come spesso accade, ci sia un uso compulsivo di alcuni format e che nel nostro mondo degli eventi e della comunicazione, non sempre portino il giusto risultato, ma anzi ne appiattiscano il vero valore.

La percezione dello spettatore

Chi non mi conosce non sa che sono una patita della percezione visiva, ho sondato analizzato e mi piace approfondire l’argomento ogni qual volta ce ne sia la possibilità.

Credo sia utile fare chiarezza su cosa “percepisce” lo spettatore dei nostri eventi OnLine.

Perché serve? Non è sufficiente per l’azienda comunicare qual è il target da coinvolgere e quali sono gli obiettivi di interazione che ci si aspetta da parte dei partecipanti, ci serve immaginare da dove parteciperanno e che tipo di abitudini “visive” adottano per poter dare la giusta esperienza, quella che ci aiuterà a farli partecipare sino alla fine.

Già abitudini visive!

Quello strumento meraviglioso che abbiamo tra le orecchie (che non è il naso), ha delle doti di adattamento nella percezione della “realtà” straordinarie, agisce seguendo due principi base, va a caccia delle differenze e delle similitudini, questo determina nel primo caso “aumento dell’attenzione” e nel secondo “ci sentiamo a casa” (ovviamente il discorso è molto più complesso, qui lo semplifico per non perderci rispetto al nostro obiettivo).

Questi due principi sono alla base per noi del settore della comunicazione visiva, per prendere le giuste misure delle abitudini visive relativamente al target di riferimento per il nostro evento o la nostra comunicazione.

Vi faccio un esempio: vi siete mai accorti che nell’uso dello stile dei caratteri per le pubblicità c’è una sorta di “moda”? C’è la tendenza a trovare interessanti i caratteri che vediamo più spesso attraverso cartelloni, Tv, ecc. Questo come quando vogliamo compare una macchina rossa e da quel momento la città ne è invasa.

Questo è un condizionamento visivo, e ne siamo tutti sottoposti… che ci piaccia o no.

Chi mette d’accordo tutti?

Non è semplice dato che la nostra platea si allarga molto e che i partecipanti hanno abitudini molto differenti nell’uso della tecnologia e nell’educazione visiva.

Già in un evento classico (in presenza) i partecipanti sono li al buio o quasi, non posso usare il cellulare… (non dovrebbero 😉 sarebbe meglio dire) e non possono uscire sino a che non c’è l’intervallo.

Ovviamente se sono lì è perché l’argomento li interessa e da spettatore si affidano alle capacità degli oratori che insieme agli organizzatori avranno costruito una scaletta degli interventi che tenga conto anche dei miei limiti di attenzione.

E ma se invece bisogna partecipare ad un evento on line? Cambiano un sacco di cose di cui bisogna tenere conto.

Tra un webinar da seguire al PC in ufficio o un evento on-line di stile fieristico, con un sacco di stanze da andare a visitare, e un evento stile “trasmissione televisiva” …. Chi vince?

Ovviamente nessuno!
Per ogni necessità c’è il giusto modo di mettere il nostro pubblico davanti alla giusta “percezione” visiva.

Ma c’è chi tra questi viene percepito da tutti in modo più familiare e che ci proietta in una dimensione in cui il nostro cervello si sente in “comfort zone”. Dove è già predisposto all’ascolto in modo positivo, “la trasmissione Televisiva”. In questo caso, siamo già predisposti a sentirci coinvolti, lo facciamo da un sacco di tempo, sia per trasmissioni ludiche che di approfondimento, la percepiamo come “similitudine”.

Torniamo alla domanda iniziale:

Eventi: on-line, Ibridi o no?

Questa pandemia ha portato nuove abitudini, ci ha proiettati all’uso dell’online facendoci superare quella convinzione che solo in presenza si potevano fare certe cose.

Ovviamente l’on line non è e non sarà mai un sostituto dell’evento in presenza, ma ora siamo pronti, avendo allargato la nostra esperienza, ad eventi ibridi ancora più funzionali ai nostri diversi target, dove, ad esempio, da diverse città ci potremmo collegare ad altre città dove l’evento strutturato come una trasmissione TV consentirà la partecipazione da remoto sia di oratori che di partecipanti.

Abbiamo quindi allargato le nostre opportunità utilizzando più mezzi di percezione visiva e dando quindi esperienze diverse all’interno dei nostri eventi. E di questo, noi di CTT, siamo contenti, la nostra esperienza nella progettazione strategica degli eventi ne esce rafforzata. Per qualsiasi informazione e per approfondire il tema non esitare a chiamarci!”